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Black Metal

Marduk Live @ Audiodrome, Turin

today6 Maggio 2024 88 5 5

Sfondo
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I Marduk sono scesi dal nord per calpestare il suolo italico per tre date, una delle quali a Torino presso l’Audiodrome di Moncalieri. A dare supporto alla band svedese c’erano gli olandesi Doodswens e gli statunitensi Origin. Ora vi racconto come è andata!

MARDUK, UN 25 APRILE FINALMENTE DIVERSO

Di politici per televisione e commemorazioni varie ne abbiamo fin sopra i capelli. E’ un piacere passare un 25 aprile in compagnia di un concerto di quelli come si deve, di musica decisamente robusta. Questa è una delle tre date riservate alla terra Italica per questo ”Memento Mori 2024 Tour”. Siamo arrivati al locale per le 18, con ben tre ”iniziati” con noi: mio figlio Brenno, 13 anni, e gli amici Mavi e Gianluca di 16. Per loro è stato il primo concerto in assoluto: un bel battesimo del fuoco!

Di gente ne arriva, e la cosa mi fa piacere. L’età media è ovviamente altina ma non mancano i giovani (pensavo di meno, per fortuna mi sbagliavo). Poco dopo le 19 si aprono le porte e si entra. Non c’e’ molto da attendere prima che inizino le danze macabre, giusto il tempo di una tappa al bagno e di una caricata di bevande.

DOODSWENS, LA SORPRESA DELLA SERATA

Il palco è adorno con capri sopra i Marshall, un candelabro a centro palco e tanto incenso. Salgono on stage gli olandesi Doodswens, e l-atmosfera è un vero tuffo al cuore. Devo tornare con la mente ai lontani anni 90 per ricordare una sensazione cosi pesantemente ”Black metal old school”. Inge Van Der Zon, batterista e cantante femminile, accende le candele e si piazza alle pelli facendo scendere il gelo. I circa 40 minuti seguenti lasciano molti dei presenti a bocca aperta. L’esecuzione dei brani è ottima, i suoni perfetti e il tiro pazzesco. La giovane ragazza picchia come un fabbro e canta che è una meraviglia di screaming.

I Doodswens hanno all’attivo un album del 2021 e alcune demo. Nella set list trovano posto due inediti che andranno a popolare un nuovo album che uscirà probabilmente nel 2025. A fine esibizione la gelida donzella andrà a spegnere le candele tenendo un teschio in mano, uscendo tra gli applausi. Per mio gusto sono stati la band più in palla della serata.

Doodswens Live

ORIGIN, DEATH DAGLI STATES

Giusto il tempo di prendere altre bibite alcoliche che arrivano sul palco gli statunitensi Origin. Sin dalle prime battute si capisce che saranno minuti intensi. Qui siamo frantumati da un Death Metal iper tecnico e letteralmente furioso. La band mette in mostra una perizia incredibile. Il bassista Mike Flores è indemoniato, Paul Ryan alla sei corde fa letteralmente quello che vuole, alle pelli John Longstreth è chirurgico, con una doppia cassa al limite della follia. Ma è il lead singer Jason Keyser a fare il bello e il cattivo tempo.

I pezzi si susseguono con una furia disumana, il pit si trasforma in una centrifuga umana mentre il cantante domina il palco e sfoggia un grande carisma nel tenere in mano la folla. Nelle pause tra le canzoni Keyser si dimostra anche decisamente simpatico, tentando qualche parola italiana e dicendo che ”Your English is better than my Italian”. Anche qui una cinquantina di minuti intensi, che hanno avuto il loro apice in ”Portal” e ”The Aftermath”. Unico difetto quello di divenire ridondanti verso la fine, ma è un ”male tipico” del genere suonato.

Origin Live

MARDUK, MEMENTO MORI

Ennesima tappa bar e una masticata ai panini che ci siamo portati che arriva l’ora della band svedese. Ero molto curioso, visto che l’ultima volta che li vidi live fu nel 1999 con la storica line up. Fumi a iosa e luci rosse rendono l’atmosfera infernale, la sala è piena quando si calano dalla scaletta e attaccano secchi con ”On Darkened Wings”. Il buon Morgan, unico membro rimasto da quella storica formazione degli anni 90, è un poco appesantito ma con la sei corde fa sempre il suo alla grande.

Il ”Panzer Division” si rivela sempre una garanzia, anche se da sotto pare ci sia qualche problema tecnico nel sentirsi in spia. Questo, quando suoni a mille all’ora, diventa un problema serio. Tutto pare risolversi con la mastodontica ”Shovel Beats Sceptre”, capolavoro assoluto dell’ultimo album. Sicuramente i tempi dilatati e ultra cadenzati hanno aiutato a risolvere qualche problema tecnico (ero di fianco al mixer, e c’era molto fermento).

MARDUK, QUALCHE RIMPIANTO

La band pesca un po’ da tutto il suo repertorio, non dando quasi mai il tempo di rifiatare. Le canzoni si susseguono una dopo l’altra a ritmo serrato. ”With Satan And Victorious Weapons” viene accolta con un boato pazzesco, e non poteva essere altrimenti. Unico altro pezzo tratto dall’ultimo lavoro è la buona ”Blood Of The Funeral”, mentre dagli altri album si conta un estratto per disco. Ultimo pezzo eseguito, dopo aver abbandonato momentaneamente il palco, è l’immancabile ”Panzer Division Marduk” sparata alla velocita’ della luce.

Finita questa la band lascia lo stage nel solito modus misantropo, non perdendosi nemmeno un minuto nei confronti del pubblico. Il massimo dell’affetto dimostrato è stata una spintonata ai fotografi che stavano facendo il loro lavoro a bordo palco. E mentre la gente iniziava a defluire verso l’uscita io resto in piedi, basito, con la piccola speranza che a sorpresa si ripresentino on stage scusandosi per non aver eseguito capolavori senza tempo come ”Materialized in Stone” e ”Slay the Nazarene”. Giusto per citarne almeno due di quelle che veramente non puoi non suonare se ti chiami Marduk.

SETLIST MARDUK

  • On Darkened Wings
  • Equestrian Bloodlust
  • Shovel Beats Sceptre
  • Souls For Belial
  • The Funeral Seemed To Be Endless
  • With Satan And Victorious Weapons
  • Wartheland
  • Blood Of The Funeral
  • The Levelling Dust
  • The Sun Has Failed
  • The Blond Beast
  • Throne Of Rats
  • Wolves
  • Panzer Division Marduk

Marduk Live

RIFLESSIONI DI MIC DJ

Gli anni passano ed è sempre un piacere vedere suonare live certe band. Non si può pretendere oggi l’intensità e la ferocia del 1999 ma il carro armato svedese ha fatto il suo anche questa volta. Peccato, come scritto prima, la totale assenza di quei due o tre pezzi che avrebbero fatto cadere i muri del locale. Mi ha fatto piacere vedere che la gente ha risposto positivamente, arrivando a riempire il locale.

Abbiamo fatto anche il battesimo del fuoco alle nuove leve, con il loro primo live. E ho visto altri veramente giovani assistere allo spettacolo. Vince il primo premio quello che è arrivato vestito da Panda, l’animale col war paint per eccellenza. Con questo e’ tutto, vi do appuntamento al prossimo articolo. Ora torno ad ascoltarmi i Doodswens, a mio avviso i veri vincitori della serata.

Scritto da: Mic DJ

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