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Power Metal

Dragonhammer – Second Life

today27 Novembre 2023 174 1 7 3

Sfondo
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I Dragonhammer sono una band Power Metal italiana formatasi nel 1999. Mi sono stati proposti dalla Metal Underground Music Machine, un’agenzia che si prepone un nobilissimo scopo, ovvero la volontà di supportare bands emergenti e underground, sia nostrane che straniere. E’ un vero piacere collaborare con la MUMM, nello specifico con Tiziana, persona disponibilissima e molto preparata. Mi ha portato all’attenzione l’ultimo album di questa band Romana. Andiamo a sentire insieme cosa ci propongono. Press Play on Tape!

DRAGONHAMMER, FROM ROME

La band in questione ha una buona esperienza alle spalle. Ad oggi ha pubblicato cinque album: “The Blood Of The Dragon” del 2001, “Time For Expiation” del 2004, “The X Experiment” del 2013, “Obscurity” del 2017 e questo nuovo “Second Life” pubblicato nel Novembre 2022. Fin dalla lettura del nome avrei scommesso un dollaro che i sei ragazzi in questione suonassero Power Metal, e non mi sono sbagliato. In effetti sono un gran numero le band del genere che mettono i buoni ed epici draghi all’interno del loro nome. Ma a me interessa relativamente, perché è la musica che deve parlare, e qui, ragazzi, lo fa in maniera clamorosa.

I pezzi della band stanno girando caldi in radio, soprattutto nella trasmissione “The Power Hour” da me medesimo curata, e non poteva essere altrimenti. Ma iniziamo a parlare un po di questo ultimo album dei Dragonhammer.

DRAGONHAMMER: SECOND LIFE

Un brivido, un lampo di luce. Tutto intorno a me è entrato in un vortice, risucchiato in una spirale che come un colpo di fucile mi ha fatto atterrare in un’altra epoca. Siamo alla fine degli anni 90 e il Power Metal stava vivendo una seconda giovinezza, se possibile ancora più fulgida e scintillante di quella degli esordi del genere. Ricordo come fosse ieri la prima volta che, nel negozio di dischi di fiducia, il mio amico Ivano mi fece ascoltare “Legendary Tales” dei Rhapsody. Caddi letteralmente dalla sedia, anche se ero in piedi. “Questi sono Italiani” mi disse subito dopo. Mai si era sentito un gruppo nostrano suonare questo genere a quei livelli, scrivendo di fatto un capitolo a se del Power Metal più fantasy. Ecco, il disco “Second Life” mi ha fatto esattamente lo stesso effetto.

Era un bel pezzo che non sentivo un album Power così dannatamente figurativo ed evocativo. Da oltre una decina d’anni ci capitano in cuffia album dove la produzione è iper pompata, i suoni esagerati, a discapito del prodotto fine a se stesso. Album che si fa fatica a finire una canzone, presi un po dallo sconforto e dalla noia. Manca un ingrediente: il cuore. Ecco, i Dragonhammer il cuore ce lo mettono di brutto, un cuore protetto da una scintillante armatura di piastre, mentre in sella ai loro destrieri si apprestano ad iniziare la loro personale quest.

Una missione fatta di undici pezzi veloci come un drago che in picchiata incendia un villaggio col suo alito di fuoco. E loro sono li, a far roteare spade e martelli da guerra. Cinquantaquattro minuti di pura magia, come se istantaneamente fossimo stati assorbiti da un volume di Advanced Dungeons & Dragons.

Dragonhammer

DRAGONHAMMER, LA BATTAGLIA

La band ha subito un paio di importanti cambi di formazione, rischiando anche di perdersi nell’ombra degli eventi. Ma hanno tenuto botta, in ginocchio ma mai domi, e annunciano la loro “seconda vita” proprio con questa bomba atomica di album, regalandoci uno stile frenetico, melodico ed epico come non mai.

“Prelude To Conquest” ci immerge in un’epoca lontana, immediatamente seguita dalla killer track “Kingdom Of The Ghosts”, dove inclzano con un tiro che ricorda perfino i DragonForce per potenza e velocità. La battaglia è senza esclusione di colpi, e la band distrugge tutto ciò che trova sulla sua strada, lasciando solo segni bruciati al suo passaggio. Doppia cassa assassina, scale furibonde si alternano a cavalcate possenti e una voce che si alza al cielo. Un sogno!

“Diamond Of Peace” mi lascia senza fiato, con un inizio epico e marziale da capogiro. Qui siamo davanti ad un mid-tempo roccioso ricco di cori pomposi e di pathos: maestoso è l’unico termine che mi viene in mente per definire questa canzone. Giusto il tempo per prendere una fresca boccata d’aria nella radura baciata dal sole che ecco arrivare “Into The Warrior’s Mind”. Che botta, un inno all’Heavy Metal più cristallino, da suonare col piede sulla spia mentre il pit sotto il palco esplode. Potenza e sinfonia.

UN COLPO DOPO L’ALTRO

Ragazzi, adoro questo album e siamo solo al  quinto pezzo, quella “Shattering Hope” ricca di enfasi, con un atteggiamento Power Melodico che spazia dal mid-tempo ad accelerazioni che sfociano in ritmi blast. Ci accampiamo al tramonto attorno al fuoco dopo una giornata di battaglie, e “Fallen Brother” è il racconto del bardo paladino in ricordo dei fratelli persi sul campo insanguinato. I Dragonhammer mi stupiscono anche qui, scrivendo una ballad non banale, tipica nella struttura del genere ma che rapisce.

“Sickness Divine” ci risveglia di soprassalto: la band cambia marcia con un pezzo pazzesco, dove si accellera e si rallenta, con la doppia cassa onnipresente, come insegna il classico Power Metal europeo. Un plauso all’utilizzo delle tastiere, sempre presenti ma non sopra le righe, diventano protagoniste solo quando necessario.

Che gli dei possano avere cura della mia anima, perché “The Rising” ci porta per mano verso i sognanti lidi tanto cari ai Rhapsody, con le loro epiche power ballad. È ora di alzare il pugno al cielo, di chiedere il favore delle divinità per continuare la battaglia.

LA VITTORIA

“Silver Feathers” è una galoppata senza fine tra l’Heavy Metal tradizionale e il Power più micidiale, accelerando e continuando a cambiare marcia durante tutto lo svolgimento del pezzo. La title track “Second Life” è la corsa sfrenata verso la vittoria finale, un viaggio lungo più di sei minuti dove alla fine restano loro, questi sei cavalieri sulla cima della collina a rimirare la pace riportata nel Regno del Cormyr.

Degna conclusione con la strumentale “Ending Legacy”, che ci riporta lentamente alla realtà, con la certezza di aver vissuto cinquantaquattro minuti di gloria assoluta.

Dragonhammer

RIFLESSIONI DI MIC DJ

Il Power Metal è così, prendere o lasciare. Lo si ama o lo si odia, soprattutto se di stampo fantasy. La musica fatta bene, i lavori meritevoli, vanno oltre ogni mera etichetta e andrebbero comunque ascoltati senza paraocchi. Poi c’è il genere che può piacere di più o di meno ma non precludetevi l’ascolto di qualunque cosa solo per essa. Nel 2023 un album Power Metal non avrà nulla di nuovo da raccontare, ma dove sta il problema? Questo lavoro mi ha colpito secco, perché era davvero tanto che non sentivo un cuore pulsare dentro un lavoro di questo tipo.

Anche la produzione mi ha lasciato di stucco, perché non è stereotipata a ciò che prevede il trend di oggi. Non esiste nulla di iper pompato, tanto da sembrare, ad un orecchio assuefatto, quasi crudo, torbido. Ma proprio la mancanza di inutili stratificazioni rende più vero il tutto, lo rende bello, rende giustizia alle canzoni.

Perciò, nel suo genere, questo è un grande album. Picchia dove deve, sa essere amichevole dove serve: le canzoni sono ottime e i ritornelli ti si attaccano addosso senza risultare banali. Secondo il sottoscritto siamo davanti ad un lavoro “VERO” in tutti i sensi. Non vi resta che riaprire quel baule impolverato, prendere la spada che da anni giace al suo interno e partire, di nuovo, verso una battaglia. Si, perché in fondo tutti quanti, almeno per un po, abbiamo amato questo Power Metal. La gloria vi attende!

Mic DJ vi saluta e vi da appuntamento al prossimo viaggio dentro le pieghe spazio temporali della musica!

Scritto da: Mic DJ

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Commenti post (1)

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  1. roberto Geo il 27 Novembre 2023

    Wow! Mi hai emozionato davvero! Ho fatto un viaggio fatto di suoni e immagini descritte in modo inquivocabile. E gran finale del baule impolverato.. Effettivamente viene sete di ascolto… Grande come sempre! Grazie


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