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Leland Sklar, il piedistallo del Rock

today24 Aprile 2023 482 2 4

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Leland Sklar è uno di quei nomi che non tutti conoscono, ma che hanno fatto letteralmente la storia della musica, annoverando una tale quantità di collaborazioni da non riuscire quasi a tenerne il conto. Andiamo ad approfondire questo fenomeno delle quattro corde.

LELAND SKLAR: DEL GRATTACIELO DEL ROCK NON SI VEDONO LE FONDAMENTA

Oggi parliamo del mitico bassista session musician Leland Sklar. Vorrei prima soffermarmi a riflettere con voi su una di quelle verità celate, mai o raramente  prese in considerazione, che esistono nella musica. Ma non solo nella musica, direi nella vita in generale. Siamo tutti (o quasi) affascinati dai leaders. Sono coloro che, vuoi per carattere, vuoi per culo, vuoi per gran talento, cattiveria, astuzia, gran dedizione e lavoro o un mix delle precedenti, alla fine, emergono in ogni disciplina umana.

Quando pensiamo al calcio ci vengono immediatamente in mente le gesta di Messi, Ronaldo, Maradona o Pelé. Per il basket quelle di Michael Jordan, Lebron James, Kobe Bryant. Quando pensiamo alla storia, alla politica, alla letteratura ecco sbucare dalle sinapsi personaggi quali Giulio Cesare, Shakespeare, Tolstoj, Carlo Magno, J. F. Kennedy, Martin Luther King.

Ok ma le fondamenta? Maradona al Napoli cosa sarebbe stato senza Ferrara, Crippa, Careca? Come in ogni disciplina umana anche del grattacielo del Rock non si vedono le fondamenta con sufficiente riguardo al merito. Queste sono molto spesso più’ solide e importanti della ciliegina sulla torta, del leader, della prima donna che fa parte di  una squadra sportiva, di una rock ‘n’roll band.

LELAND SKLAR: NON ESISTE UNA STAR SENZA UN SOLIDO PIEDISTALLO

Quanto siamo in grado di riconoscere la grandezza di alcuni mostri silenti e nascosti ? Troppi hanno fatto certo del proprio talento ma anche della sregolatezza, dell’arroganza, della sfacciataggine, dell’egoismo, della “trasgressione”, la bandiera del loro successo. Qualcuno no, qualcuno ha lavorato in modo molto meno appariscente. Leland Sklar e’ uno di loro.

Non esiste una star senza un solido piedistallo. Qualcuno che la sostenga dal basso o da dietro le quinte, seduto per ore alla consolle durante il mix down, o accanto ad essa come produttore. La musica e’ un industria. Non voglio sminuire le star, voglio dare la giusta importanza al lavoro dei gregari che fanno a volte di illustri nessuno delle star.

Il piedistallo di un grande successo discografico, e sottolineo un grande successo discografico, quindi ahimè sto probabilmente parlando dell’era pre-CD, e’ sempre personificato da personaggi di cui purtroppo si finisce col dimenticarne l’esistenza. Forse per fortuna, se poniamo la domanda a chi decide di vivere una carriera senza posare sotto i riflettori.

LELAND SKLAR, UNA DELLE COLONNE PORTANTI DELLA STORIA DEL ROCK

Un caso simbolo, il ritratto di una delle colonne portanti della storia del Rock (e non solo) e’ Leland Sklar, un macigno del basso elettrico dai lontani anni 60 ai nostri giorni.

Leland Sklar

Probabilmente questo nome non vi ricorda nulla, ma andiamo a scoprire insieme di chi stiamo parlando e credo converrete con me che le mie parole si riflettono perfettamente nei fatti. Analizzando la storia di questo bassista turnista immortalato per sempre in migliaia di incisioni discografiche si può trarre qualche lezione di modestia che secondo me deve tornare di moda.

LELAND SKLAR, BREVE BIOGRAFIA

Leland Bruce Sklar nasce il 28 Maggio 1947 a Milwaukee, nel Wisconsin. Originariamente il suo cognome suggerisce che il lato paterno della famiglia proviene da Odessa, in Ucraina. All’eta’ di 4 anni la famiglia si trasferisce in California a nord ovest di Los Angeles. A cinque anni Leland inizia lo studio del pianoforte. All’età di sette anni vince il premio della Hollywood Bowl Association come il giovane pianista più affermato di Los Angeles, ma a 12 anni la sua potenziale carriera da futuro concertista classico si interrompe.

Alle scuole medie viene indirizzato a suonare il contrabbasso, ma al liceo si dedica alla gran cassa della banda scolastica della quale diviene drum major. Per la cronaca i drum major sono i leader delle marching band americane. Nel 1965 termina sia gli studi liceali sia di radersi 🙂

Per la circostanza, il padre gli dona il suo primo kit da bassista elettrico: un Melody e un amplificatore St.George. Si iscrive all’università San Fernando Valley State dove studia per diventare un illustratore scientifico, e suona il contrabbasso nell’orchestra universitaria. Non si laureerà perché le chiamate per dare il suo contributo al basso elettrico diventano sempre più’ frequenti.

In questa breve biografia si comprende  quale sia il percorso formativo di questo musicista. Studiare il pianoforte, dedicarsi alle percussioni e poi passare al basso significa diventare un bassista solido preciso ed essenziale che sa che note mettere per sostenere l’armonia e con quale tempismo. Non dobbiamo stupirci se chi non cerca la gloria solista delle 700 note al secondo poi diventi  uno dei più’ produttivi e affidabili artisti di sempre.

L’IMPRESSIONANTE CARRIERA DI LELAND SKLAR

Leland Sklar

Probabilmente si fa prima a riportare con chi non abbia suonato Leland Sklar che a dire con chi abbia suonato e registrato. La sua impressionante carriera e’ troppo lunga ed articolata per essere riportata nella sua completezza. Ripercorriamo allora insieme il percorso dagli albori al successo.

Negli anni ’60, Sklar faceva parte di numerose band, tra cui Mike and the Mad Men, The Percolators, The Comfortable Charos, The Brimstones e The El Dorados. A volte era in cinque gruppi contemporaneamente, suonando tutti i tipi di musica, cosa che consiglio di fare a chiunque voglia intraprendere una carriera come musicista. Leland Sklar ebbe ben presto chiaro che il business della musica si basa soprattutto sul networking. Più’ persone conosci e più’ si estendono le tue possibilità di diventare un professionista.

Altre due band molto importanti per la sua carriera con le quali collaborò negli anni 60 sono i Group Therapy (1967) e i Wolfgang (1969). Sklar tre anni e mezzo dopo lavorava con loro ogni giorno. È stato grazie alla connessione con Mike Post se Sklar avrebbe successivamente lavorato con lui in tutti i suoi programmi TV: The Rockford Files, Magnum, P.I., Hill Street Blues, The A-Team, solo per citarne alcuni.

L’INCONTRO CON JAMES TAYLOR

Nel 1969, Sklar era appunto il bassista di una band hard rock gestita da Bill Graham chiamata Wolfgang, composta da Bryn Haworth, Ricky Lancelotti, Kevin Kelley, Randy Zacuto e Warren ‘Bugs’ Pemberton. Fu durante quel periodo che Sklar incontrò James Taylor: il grande autore fu la chiave di volta e di svolta della carriera di Sklar. Quando un amico del batterista dei Wolfgang portò il suo amico James Taylor alla sala prove dei Wolfgang a Sunland, la sua vita cambio’ per sempre.

Taylor in quella circostanza  trascorse un paio di giorni con la band. Successivamente, quando a Taylor fu offerta un’apparizione al Troubadour, chiese al suo manager Peter Asher di invitare Sklar a suonare il basso in quello spettacolo. Entrambi i musicisti pensavano che il lavoro sarebbe stato a breve termine, ma la carriera di Taylor decollò subito dopo con il suo primo disco di successo, “Sweet Baby James”, e con la sua quella di Sklar.

Sklar divenne parte della band di supporto di Taylor, (The Section) insieme a Danny Kortchmar, Russ Kunkel e Carole King, tutti uniti a Taylor nella sua ascesa alla fama. Ben presto, con quella visibilità, a Leland Sklar fu chiesto di registrare con molti altri artisti diventando ad oggi uno dei piu’ incredibili session man della storia. Non vado oltre per non dilungarmi oltremodo ma se consultate la sua discografia potrete capire cosa e’ successo a quest’uomo dal 1969 ad oggi.

LELAND SKLAR, UN ARTIGIANO DI SE STESSO

Ammiro questo artista per molti motivi. Certamente uno fra i primi, oltre che il carattere affabile, estremamente posato ed elegante, e’ la cura con la quale ha scelto la sua sonorità’. Il suo essere un artigiano di se stesso e del proprio ruolo musicale mi ha sempre affascinato a partire dalla sua strumentazione.

Leland Sklar

Nell’immagine, lo vediamo in studio con il suo Frankenstein! Si tratta di un basso elettrico costruito su commissione da John Carruthers, il riparatore della Westwood Music, nel 1973. Uno strumento che lo ha portato, insieme al suo stile essenziale, ad essere considerato uno fra i progenitori del suono standard soft rock che abbiamo ascoltato tutti per decenni. Sklar lo volle personalizzato, utilizzando i componenti di più’ strumenti ed e’ costituito da un manico Fender Precision Bass del 1962, rimodellato sul profilo del Fender Jazz Bass del 1962 di proprieta’ di Sklar.

Il manico e’ tastato con i tasti del mandolino, i più piccoli che esistono. Questa è una caratteristica che Leland ha poi implementato su tutti i suoi bassi successivi. Il corpo in ontano e’ di un Charvel P-Bass scelto da Sklar fra molti, col famoso colpo di nocche a orecchie tese. Un mito! I due set di pickup sono degli EMG Precision Bass di prima generazione con orientamento invertito, collocati nelle posizioni standard del Fender Jazz Bass e alimentati ciascuno da una batteria da 9 volt: una scelta geniale degna di Leo Fender.

Il  ponte e’ un Badass II e la paletta e’ equipaggiata con un prototipo di Hipshot Xtender oggi molto utilizzato per portare la corda piu’ bassa dello strumento a scendere prontamente di un tono. Ragazzi, quello strumento e’ stato utilizzato in circa l’85% delle sue registrazioni. Potete scommettere di averlo sentito!!

UN SUONO CHE CONOSCETE

Anche se non vi siete mai chiesti chi suonava il basso in un determinato brano che vi e’ piaciuto, quello di Sklar e’ per forza di cose un suono che conoscete, ed e’ un suono che divenne uno standard. Vediamo di riportare alla luce della vostra memoria alcuni lavori che sicuramente avrete gradito con suo beneficio di anonimato. Perciò armatevi di cuffie che siano belle presenti fin sotto i 20 HZ e procediamo al rispolvero.

Innanzitutto no, Leland non ha mai suonato alla “Surfing with the Aliens” per stupire qualcuno. Leland vi ha fatto borbottare le sue linee con la bocca o fatto muovere il piedino a terra per anni senza che capiste bene il perché’. Apprezzate il gusto e la maestria con la quale interpreta il suo ruolo musicale. Difficile spostare una singola nota di quelle che mette.

Pronti, partenza, via:

James Taylor – How Sweet It Is (To Be Loved by You)

How Sweet It Is (To Be Loved by You)

James Taylor – Woman’s gotta have it
Woman's Gotta Have It (2019 Remaster)

Billy Cobham – Stratus
Billy Cobham - Stratus

Toto – Rosanna

Phil Collins – Sussudio
Phil Collins - Sussudio (Official Music Video)

RIFLESSIONI DI HAL9000

Che dire ragazzi, riascoltando con voi le interpretazioni di Leland Sklar mi sono tornati in mente altri bassisti “della penombra” con due coglioni quadri dei quali prima o poi parlerò. Uno fra tutti? John Illsley.

A presto fedeli amici, HAL9000 vi saluta e vi da appuntamento qui in radio, tra articoli e tanta buona musica. Ora qualche consiglio per voi direttamente da Jolly Roger Radio.

Geddy Lee, un genio immortale.

Tommy Bolin, il chitarrista che non suonava 2 volte le stesse cose.

Scritto da: HAL9000

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