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Vide – No Compromise

today22 Gennaio 2024 211 1 5

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Vide, ovvero come venire tramortiti in tre, due, uno da una bordata di Metal suonato bene e senza mezze misure. Freschi dell’ultimo lavoro “No Compromise”, andiamo a conoscere meglio questa band e ad analizzare il disco in questione! Press play on Tape!

VIDE, FROM MILAN

Questo manipolo di baldi giovanotti arriva da Milano. Dopo l’esordio datato 2019 con “The Achieve of Hate”, arrivano freschi con un secondo album veramente iracondo sotto l’effige della Ad Noctem Records. E’ una fortuna essere stato contattato da Muriel, che saluto, il quale mi ha gentilmente proposto questo nuovo lavoro da ascoltare.

Diciamolo subito, a scanso di equivoci:  questo “No Compromise” dei Vide, uscito il 10 Ottobre del 2023, è una mina anticarro sotto la sedia, roba da andare dritti al creatore senza passare dal via. Nella brevissima bio ricevuta, il gruppo si definisce Metalcore, ma a mio avviso la definizione sta loro stretta. Molte sono le sfumature più o meno nette nel loro Groove furioso, come molteplici sono le emozioni che riescono a scatenare con questo platter.

VIDE – NO COMPROMISE

VIDE

La band è composta da Mr Kolaz al basso e da Dani alle pelli. Si vanno ad aggiungere i due nuovi entrati Daniele alla voce e John Pino Lisi alla chitarra. Il lavoro in questione si apre col pezzo “Rimane L’odio”, con il suo intro oscuro e paludoso degno dello sludge più profondo. Uno stacco di batteria ci lancia addosso un pezzo quadrato, dalle ritmiche che viaggiano dal tirato al cadenzato. Con mia somma gioia il cantato è in Italiano, e non sarà l’unico del lotto. Vocalmente mi ricodano molto i toscani Subhuman, con un growl secco che comunque lascia capire le tematiche trattate nei testi.

Cerco di uscire da questa melma opprimente e soffocante ma la seguente “Your Legacy” mi travolge come un treno impazzito. Ritmiche serrate, batteria spedita. 30 secondi e cambia tutto, il riff rallenta per poi aprirsi secondo la scuola Pantera: spettacolare! Bastano questi due pezzi per capire, come accennato in precedenza, come il termine Metalcore calzi stretto a questa band.

“I’m Tired To Loose” inizia cadenzata, con doppia cassa sugli scudi. Il tutto evolve in raffiche di rullante e velocità, fino ad uno stacco annichilente, dove la chitarra tesse un riff letale, che come nulla fosse riaccelera con una naturalezza disarmante. Non ci sono più di 30 secondi uguali l’uno all’altro anche in questo brano.

VIDE, VIOLENZA MAI BANALE

Non capita tutti i giorni di trovarsi davanti ad un platter così cattivo e al contempo elaborato. Non è solo un monolite in pieno petto, è come essere in un vortice cangiante che ti lancia da tutte le parti. “One More Kill” è un omicidio colposo, qualcosa di chiaramente scritto per fare male. “Sei disposto a perdere, la tua faccia invece che, camminare a testa alta” è il tocco di classe, la rabbia sputata addosso a questa società falsa e distorta. Verso la metà il groove va a pescare diritto nella scuola Hardcore tipicamente New York style, dimostrando la completezza musicale del quartetto.

Il riff di “For Nothing” ci gira intorno, per poi colpire all’improvviso con l’ennesima accelerazione anche essa mai uguale a se stessa. Le chitarre urlano e il ritmo si fa soffocante, quel mid tempo che ti spezza il collo, che apre le porte all’ennesimo cambio di velocità da pogo violento. Il finale lascia spazio anche alla contaminazione semi industrial, che in questo contesto ha il suo perché.

Veniamo poi accolti da qualcosa di inumano, ovvero “Con Tutta La Voce”, ennesima gemma di violenza razionale, mai campata in aria. L’apertura melodica dominata dal basso, che arriva a metà pezzo, è l’anticamera alla cattiveria: “Da quando sei nato, ti hanno insegnato, che devi abbassar la voce… Non sarai mai un Uomo… Vero”.

UNA CENTRIFUGA DI RABBIA

La penultima canzone è una corsa a rotta di collo, quella “Dust on Your Brain” che non lascia speranza. Ci illude con un rallentamento, ma è solo per prendere aria prima di tornare a correre a testa bassa guidati dall’odio verso tutto e tutti. Un odio dettato da ritmi malati, da riff sudati, paludosi.

Un giro di chitarra roccioso apre l’ultima “Fight For Us All”, che insiste su un groove lineare contrapposto a raggi di melodia. Abbiamo una speranza? Forse si, ma a costo di andare contro tutto e tutti senza mai abbassare la testa ne scendere a compromessi.

VIDE

RIFLESSIONI DI MIC DJ

Trenta minuti e ventisette. E’ un dato che io trovo importante. E’, a mio avviso, la durata perfetta per questi platter che sono autentici attacchi frontali all’ascoltatore. Del resto la lezione ce la diedero gli Slayer nel lontano 1986 con “Reign in Blood”, che dall’alto dei suoi ventotto minuti e cinquantadue, stabilì uno standard.

Un grosso plauso anche alla scelta dei suoni, assolutamente fuori dagli stereotipi modaioli del metal pesante di questi anni. Ma non poteva essere altrimenti, visto che si sono rivolti a quella mente eccelsa che risponde al nome di Marco Allemandi, che dal suo Triora
Productions Studio non sbaglia mai un colpo. Del resto noi Torinesi non stiamo mica qui a pettinare bambole.

Bravi i nostri Vide, meneghini d’assalto. QUI il link al loro sito ufficiale, dove poter sentire ed eventualmente acquistare questo possente lavoro, magari in versione CD digipack, a QUESTO LINK.

Scritto da: Mic DJ

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Commenti post (1)

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  1. roberto Geo il 22 Gennaio 2024

    Descrizione dettagliatissima ed analisi che restituiscono l’esperienza di un ascolto di elevatissimo livello. Grazie come sempre per averci traghettato in questo fiume infernale.. Portandoci poi di nuovo sani e salvi a casa.. Ma con molta conoscenza in piu,! Grande come sempre!


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