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Hard Rock

Bible Black, from the Eighties

today14 Novembre 2022 21 1

Sfondo
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I Bible Black fanno parte di quelle cose semi sconosciute che arrivano da un’era musicale molto diversa da quella attuale. Il nostro “Special Guest” Fulvio, già artefice dell’ottimo Live Report degli Opeth, tira fuori dallo scatolone dei ricordi questa piccola gemma. Andiamo a leggere quale splendido tesoro ci porta alla ribalta il nostro amico.

BIBLE BLACK, FROM THE EIGHTIES

Il mondo del metal negli anni ’80 era in continuo fermento, con molti gruppi e talenti che cercavano di emergere e di trovare una propria identità. Dopo 40 anni è inevitabile che riaffiorino nella mente di chi ha vissuto quel periodo i ricordi di storie importanti ma poco note.
Riguardo i Bible Black calzano a pennello le citazioni tipo “Forse non tutti sanno che…” e “Saranno Famosi”. Spieghiamoci meglio: chi erano i Bible Black?

La band venne creata nei primissimi anni ’80 dal batterista Gary Driscoll e dal bassista Craig Gruber, entrambi ormai passati a miglio vita, il primo nel 1987 e il secondo nel 2015. Questi due musici fuoriuscirono dal cilindro degli ELF. Questi ultimi, seppur sconosciuti ai più, sono di importanza fondamentale per il movimento Rock – Metal, visto che furono fondati da un tal Ronnie James Dio nel 1967.

Completavano la band il chitarrista Andrew “Duck” McDonald, ex Blue Cheer, ed il cantante Jeff Fenholt. Quest’ultimo divenne famoso soprattutto per la sua performance nell’adattamento teatrale di Broadway di “Jesus Christ Superstar”, per la quale finì anche sulla copertina della rivista Time.

BIBLE BLACK E I SUOI CANTANTI

bible black

Ma la peculiarità più interessante è che la band annoverò tra le sue fila altri due cantanti. Questi due tizi assolutamente sconosciuti registrarono alcune selezioni per alcune demo. Si tratta di tal Joseph Bellardini e Louis Marullo. Due “signor nessuno”, non trovate? Ok, forse i nomi di Joe Belladonna ed Eric Adams con cui si imposero in seguito vi sono più familiari.

I Bible Black ebbero, purtroppo, scarso successo. Essi registrarono due album: “Bible Black” del 1981, e “Ground Zero” del 1983, di cui non si hanno tracce di una pubblicazione ufficiale. Da annoverare anche una sorta di split con una band chiamata Thrasher, dal titolo “Burning at the Speed ​​of Light”, uscito nel 1985.

IL PRESENTE IN AIUTO DEL PASSATO

Per fortuna, ci viene in aiuto la raccolta “Complete Recordings 1981-1983”, edita dall’etichetta Louder Than Loud. Questa opera vede le stampe pochi mesi fa, precisamente nel mese di aprile 2022. L’analisi dei 14 brani evidenzia che siamo, ovviamente, di fronte a dei signori musicisti ed interpreti. Già dal primo ascolto spicca una certa variabilità di stili, che probabilmente rispecchia una ricerca di una identità precisa.

Si sentono infatti le varie influenze che permearono il songwriting, che parte da un hard rock di stampo “Purple/Sabbath” nei pezzi “Back Door” e “Fires of Old”.  Il viaggio musicale degli artisti in gioco si assesta poi su una sorta di “Class Metal” a stelle e strisce nelle canzoni “Deceiver” e “Midnight Dancer”.

BIBLE BLACK, COMPARATIVA

bible black

Interessante anche confrontare le performance vocali sulle diverse versioni dello stesso brano. Il pezzo“Gone”, cantato da Eric Adams nella prima traccia e da Jeff Fenholt nella 13, assumono caratteri decisamente differenti. La stressa canzone viaggia su tonalità diverse, probabilmente per meglio adattarsi allo stile canoro, e consta di partiture differenti.

Stesso discorso vale per “Metal Man”. La prestazione di Eric Adams, nella seconda traccia, è quasi timida e più posata rispetto alla versione di Jeff Fenholt, più sfrontata e “tamarra”. Da notare anche la cover di “Paint it Black” degli Stones cantata da Jeff Fenholt.

CONSIDERAZIONI FINALI

Nel mondo metal Jeff Fenholt è sicuramente meno conosciuto rispetto a Joe Belladonna o ad Eric Adams, ma nulla ha da invidiare. Lo ricordiamo anche sui lavori di Joshua Perahia e nella proto formazione del supergruppo M.A.R.S. quando ancora si chiamavano Driver e nei quali sostituì Jeff Scott Soto.

La qualità audio, rinfrescata per l’occasione da Patrick Engel, è veramente buona e l’intero CD si lascia ascoltare molto volentieri. Come detto in apertura, Gary Driscoll, Craig Gruber e anche Jeff Fenholt, non sono più tra noi. Questa raccolta onora la loro memoria e rende giustizia al prezioso materiale di questa band che rischiava di essere dimenticato. Ascolto vivamente consigliato!

RIFLESSIONI DEL MIC

Come sempre il nostro Fulvio ci propone qualcosa di assolutamente non banale, sconosciuto ai più, sottoscritto incluso. Ho ascoltato con avidità questo platter, con la sete di chi fa della musica una sorta di linfa vitale. Mi ha stupito la gentilezza con cui Eric Adams ha interpretato le tre canzoni da lui cantate: con i Manowar ci ha abituati a tamarrate epocali.

Belladonna invece è sempre lui: del resto fu uno dei rari cantanti veri inseriti nell’universo Thrash Metal, e lo dimostra anche qui. Jeff Fenholt lo ricordavo solo per la fumosa diatriba con Iommi e i Black Sabbath di metà anni ottanta. Un’ugola al vetriolo, maleducata e sfrontata quanto basta per emergere nel genere, cosa che purtroppo accadde solo in parte.

Mic DJ vi saluta e vi da appuntamento qui in radio, tra articoli e tanta buona musica.

Scritto da: Mic DJ

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Commenti post (1)

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  1. roberto Geo il 14 Novembre 2022

    C è sempre da imparare in questo splendido angolo di libertà in cui si spazia senza limiti mentali alla scoperta sempre di buona musica.. Grazie!


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